'Abdu'l-Bahá

‘Abdu’l-Bahá nacque a Teheran nel 1844. Figlio maggiore di Bahá’u’lláh, fondatore della Fede bahá’í, fu testimone sin dalla nascita di questo messaggio religioso incentrato sui principi della pace universale e dell’unità del genere umano.

Compagno e protagonista delle drammatiche vicissitudini a cui fu soggetto il padre, egli crebbe, se non per una serena e brevissima parentesi della sua infanzia, in continua prigionia ed esilio sotto il giogo dei governanti degli imperi persiano e ottomano. Nel 1908, la rivoluzione dei Giovani Turchi consentì la liberazione di ‘Abdu’l-Bahá dalla città prigione di Akká, in Palestina, dove era stato rinchiuso come prigioniero politico. Dal 1910 al 1913, al termine di mezzo secolo di prigionia, Abdu’l-Bahà viaggiò in Europa e Nord America, incontrando e conversando con migliaia di persone senza distinzioni di etnia, cultura, genere, religione o provenienza sociale.     

La prigione di 'Akká dove 'Abdu'l-Bahá e i suoi famigliari furono imprigionati

Prima di morire, Bahá’u’lláh lo nominò come guida della neonata Fede bahá’í, facendola crescere da un “movimento orientale” semi-sconosciuto a una emergente realtà comunitaria globale. ‘Abdu’l-Bahá divenne il perno grazie al quale l’unità della comunità bahá’í fu preservata e furono costruite solide basi per la sua continua coesione nel futuro. Nell’adempimento di questo compito, egli fu l’incarnazione attraverso opere e parole degli insegnamenti bahá’í, tra i quali, la libertà da tutte le forme di pregiudizio, la nobiltà dell’essere umano, la parità tra donne e uomini e l’armonia tra scienza e religione. ‘Abdu’l-Bahá fu inoltre interprete autorevole di centinaia di scritti lasciati da Bahá’u’lláh.

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